INTERVENTO: ADDOMINOPLASTICA
INDICAZIONE: diastasi muscolosi retti addome, rilassamento cutaneo nella regione addominale, grembiule addominale, difetti post gravidanza
DURATA INTERVENTO: 2/3 ore
TIPO ANESTESIA: generale o locale più sedazione (mini-addominoplastica)
TEMPI DI RECUPERO: 15/20 giorni
RISULTATI VISIBILI: stabili in pochi mesi
INFO: di solito associata a liposuzione

chirurgia plastica

Addominoplastica Roma – Dott. Tommaso Anniboletti

Il Dott. Tommaso Anniboletti esegue interventi di Addominoplastica a Roma e Perugia.

L’addominoplastica è l’intervento di chirurgia estetica indicato per la risoluzione di complicanze estetico-funzionali che coinvolgono la regione addominale e soprapubica (basso ventre).

Tra le problematiche più comuni ci sono, sicuramente, l’accumulo di grasso addominale, il rilassamento cutaneo della parete addominale, cioè la formazione del cosiddetto grembiule addominale o addome pendulo (un’eccedenza di cute che può estendersi fino a ricoprire la zona pubica), la diastasi dei muscoli retti addominali, le ernie della regione addominale e ombelicale eventualmente associate.

Questa procedura è di solito associata all’intervento di liposuzione per un risultato complessivamente più armonioso e soddisfacente con un intervento chiamato LIPOADDOMINOPLASTICA.

 

Patologie addominali e trattamenti possibili

La regione addominale può andare incontro, nel corso della vita, a tutta una serie di patologie che spesso sono progressive e di importanza e disagio crescenti.

Si parla di addome globoso quando si ha esclusivamente un accumulo di grasso, più o meno evidente, resistente a dieta ed esercizio fisico, a livello di pancia e fianchi senza che ci sia un eccesso di pelle. Le cause di questa problematica sono prevalentemente l’aumento ponderale di peso, la gravidanza e la sedentarietà. Nel caso dell’addome globoso in cui la pelle non è eccedente, bensì di solito elastica e adattata al nuovo contenuto, l’intervento risolutivo è una liposuzione/liposcultura addominale. Il grasso viene aspirato, in un intervento in regime day hospital, con apposite cannule introdotte attraverso micro incisioni sulla pelle (di 2-3 mm). Dopo pochissimi giorni si torna alle attività quotidiane, vestendo una guaina contenitiva.

In caso di accumulo di grasso addominale con eccesso di pelle prevalentemente nell’area sotto ombelicale, l’intervento risolutivo è la liposuzione/liposcultura con asportazione di una piccola losanga soprapubica (cicatrice di pochi centimetri) denominato MINI ADDOMINOPLASTICA.

Se l’accumulo di grasso addominale è accompagnato da un eccesso di cute localizzato prevalentemente nell’area sopra ombelicale, l’intervento risolutivo prevede una liposuzione/liposcultura con l’asportazione di una piccola losanga soprapubica (cicatrice di pochi centimetri) e lo spostamento dell’ombelico di 1-2 cm verso il basso rispetto al punto di partenza.

Infine, si parla di addome pendulo o grembiule addominale quando si ha un eccesso di pelle e grasso che dona all’addome un aspetto ptosico, flaccido, con una porzione che scende verso il basso fino al pube e che, nei casi più gravi, copre gli organi genitali fino alla parte superiore delle cosce. Si tratta di una condizione clinica che causa sia notevole imbarazzo dal punto di vista estetico, sia diversi problemi di salute. In questi casi l’intervento risolutivo è quello di ADDOMINOPLASTICA CON TRASPOSIZIONE DELL’OMBELICO (onfaloplastica).

 

Che cos’è l’addominoplastica

FIG. 1 Addominoplastica: aspetto pre-operatorio con relative incisioni (linea tratteggiata).

FIG. 2: Addominoplastica: aspetto post intervento con cicatrice residua (linea rossa).

L’intervento di addominoplastica prevede l’asportazione del tessuto cutaneo e adiposo attraverso un’incisione trasversale, più o meno ampia, a seconda delle quantità di cute da asportare, nella zona soprapubica che di solito si estende da una spina iliaca all’altra. La pelle in eccesso viene così eliminata insieme alle smagliature presenti su di essa, mentre la restante viene tirata verso il basso attraverso un lifting addominale per il raggiungimento del cosiddetto effetto “pancia piatta”.

L’ombelico viene poi staccato e riposizionato nella nuova sede (onfaloplastica, vedi sotto).

Durante l’intervento di addominoplastica avviene di solito anche la correzione della diastasi addominale attraverso la plastica dei muscoli retti.

All’addominoplastica è frequentemente associata la liposuzione dell’addome stesso e della regione dei fianchi, attraverso una procedura completa conosciuta come LIPOADDOMINOPLASTICA.

Le cicatrici da addominoplastica sono collocate in modo tale che possano essere ben nascoste dallo slip o dal costume da bagno; ad ogni modo, si renderanno col tempo sempre meno visibili fino a quasi scomparire. La procedura può durare dalle 2 alle 3 ore, viene fatta in anestesia generale e prevede una notte di ricovero. Per le prime quattro settimane dall’operazione è raccomandato l’impiego di una guaina compressiva, ma i tempi di recupero sono più brevi (circa 15-20 giorni), con risultati stabili in pochi mesi.

 

Che cos’è la diastasi addominale

FIG.3: Diastasi dei muscoli retti dell’addome

FIG. 4 Correzione della diastasi tramite sutura dei muscoli durante intervento di addominoplastica

La diastasi dei muscoli retti addominali è una condizione, facilmente diagnosticabile con una visita, che determina l’allontanamento delle superfici muscolari – in questo caso i muscoli retti – che si allargano verso l’esterno separandosi tra di loro.

Ciò può avvenire principalmente in seguito alla gravidanza (di solito è deducibile quando persiste un addome ancora gonfio oltre i sei mesi dopo il parto), ma anche in seguito ad uno sforzo eccessivo, in caso di obesità associata ad addome pendulo o in caso di diastasi addominale congenita.

In questi casi, l’attività fisica e una corretta alimentazione non sono risolutivi e si rivela indispensabile l’intervento chirurgico.

L’intervento di correzione della diastasi dei muscoli retti avviene di routine durante l’intervento di addominoplastica con una tecnica specifica degli stessi muscoli; tuttavia, spesso esiste la diastasi addominale anche in assenza di addome pendulo come in alcuni casi nei soggetti che praticano molto sport.

 

Mini Addominoplastica: quando è indicata

Si ha l’indicazione chirurgica per la mini-addominoplastica quando l’eccesso cutaneo è solo di piccola entità ed è localizzato nella regione addominale sotto ombelicale.

La procedura è molto simile all’addominoplastica tradizionale, ma è meno invasiva e più breve poiché non è previsto lo scollamento dell’ombelico e l’incisione è più circoscritta.

FIG. 5 Mini addominoplastica: aspetto pre-operatorio.

FIG. 6 Mini addominoplastica: aspetto post-operatorio

Anche i tempi di recupero sono ridotti (circa 2 settimane), ma nel post operatorio è sempre raccomandato l’utilizzo della guaina compressiva e rimanere a riposo per il tempo necessario e indicato dal chirurgo.

 

Onfaloplastica

Attraverso l’onfaloplastica è possibile ridefinire l’aspetto dell’ombelico, migliorando la forma e la proiezione dello stesso, sia per finalità estetiche, sia per curare patologie tra cui ernie ombelicali e stenosi.

Lo scollamento dell’ombelico è anche una procedura obbligata durante l’intervento tradizionale di addominoplastica, proprio per ristabilire il posizionamento dello stesso. In base alla problematica si adotta una specifica tecnica che, in ogni caso, garantirà una cicatrizzazione gradualmente sempre più invisibile.

 

Qualsiasi intervento chirurgico porta con sé un minimo di imprevedibilità e di rischio

L’intervento di addominoplastica è un intervento molto comune e migliaia di interventi vengono eseguiti senza che si verifichino complicanze, oppure con complicanze minime, se eseguiti da mani esperte. Tuttavia, come per tutte le procedure chirurgiche, anche questo intervento comporta dei rischi e delle complicanze. Tra quelle più importanti si annoverano ematomi, sieromi, infezioni e tromboflebiti. Talvolta, si può avere una cattiva guarigione che può portare ad importanti cicatrici e richiedere perciò un secondo intervento correttivo.

L’entità della cicatrizzazione non può mai essere prevista fino in fondo, ma solo per grandi linee, perché è legata alla soggettività del paziente. Il fumo di sigaretta è un fattore importante in quanto influenza negativamente sia la cicatrizzazione che la sopravvivenza del lembo cutaneo-adiposo.

 

*Le figure inserite nel testo servono al solo scopo informativo. Fonte: prospetti informativi SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica).

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